Il tema di quest'anno è l'acquisizione e l'insegnamento di varietà “non maggioritarie”.
Il territorio europeo è teatro di frequenti scenari di multi- e plurilinguismo, all'interno dei quali le lingue "maggioritarie" (ad esempio le lingue ufficiali di uno Stato o le principali lingue straniere) convivono con altre varietà “non maggioritarie”. Ai fini del convegno, queste ultime possono essere suddivise nelle seguenti tre categorie:
- varietà facenti parte del patrimonio culturale di una comunità distinta dal gruppo dominante, ma presenti sul territorio da molto tempo (ad esempio l'occitano in Francia);
- varietà ereditarie o facenti parte del patrimonio culturale di una comunità di immigrazione relativamente recente (ad esempio, il rumeno in Italia);
- varietà ampiamente parlate altrove (anche come lingue ufficiali di entità statali), ma poco rappresentate come lingua straniera sul territorio in esame (ad esempio, il polacco in Italia come lingua straniera insegnata all'università).
Poiché il plurilinguismo e la valorizzazione delle varietà “non maggioritarie” rappresentano un tema centrale nel dibattito educativo europeo, le giornate di studio si propongono di confrontare diverse esperienze scientifiche e didattiche, realizzate con obiettivi simili ma sulla base di varietà caratterizzate da contesti sociolinguistici e politici differenti. La riflessione prenderà in esame diversi aspetti del tema generale del convegno, tra cui valutazioni metodologiche e didattiche, studi empirici sul ruolo della distanza interlinguistica nel processo di acquisizione, considerazioni di politica linguistica.